Oltre la leggenda, Bode Miller.
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Nel cuore dello sport c'è sempre stato qualcosa di magico, un'energia che va al di là delle semplici competizioni e dei risultati.
È lì che vive il leggendario Bode Miller, un nome che ha scritto pagine di storia nello sci alpino con la sua straordinaria abilità e la sua determinazione senza confini.
Per comprendere appieno la grandezza di Bode Miller, dobbiamo guardare oltre i trofei e le medaglie, oltre i record infranti e gli onori ottenuti.
Dobbiamo scavare nell'anima di un uomo che ha incarnato la passione, la resilienza e la tenacia come pochi altri.
Bode nasce a Easton, nel New Hampshire, il 12 ottobre 1977. Cresciuto con quattro fratelli da genitori (hippy) in una casa presso le foreste di Franconia, New Hampshire, senza comfort come l'elettricità e l'acqua corrente. Bode e i fratelli non frequentano le scuole tradizionali, ma è la madre ad occuparsi della loro prima istruzione. A tre anni “conosce” lo sci, feeling immediato e amore a prima vista.
Scia in un modo libero e creativo, sempre più interessato alla ricerca della velocità che alla perfezione della tecnica, e questo lo porta a sviluppare un suo stile di "sciata" innovativo e anticonformista, del tutto "unconventional".
Inizia ad affacciarsi al mondo delle gare all’età di 11 anni e a 20 debutta in coppa del mondo.
Paragonabile per la mentalità vincente e per lo stile spettacolare ad Alberto Tomba, ma assai diverso dall’emiliano sotto altri aspetti, infatti Bode è totalmente uno spirito libero che ama ascoltare il reggae, girare il mondo, soggiornare in un camper e soprattutto detesta la mondanità e il lusso. Nell’ambiente dello sci, un po’ tradizionalista e imbalsamato, viene considerato un matto o un alieno giunto da un altra galassia.
É uno degl’ultimi versatili, capace di primeggiare in tutte le specialità.
Iconica la sua “due giorni” tra Val d’Isère dove vinse il gigante e poco dopo 24 ore a Madonna di Campiglio riuscì a vincere lo slalom.
Seguirono, tra infortuni, molte pazzie e pause di riflessione altre 31 vittorie in coppa del mondo.
Amava la birra e le serate, tanto che nel 2006 ammise candidamente di aver già gareggiato in stato di "ebbrezza": "In alcune occasioni le mie performance sono state influenzate dall'alcool, a volte in positivo, altre in negativo. Non è facile affrontare così uno Slalom…". Anticonformista, tra una prova e l’altra passava il tempo nella sua “Bodemobile”, roulotte attrezzata per tutte le evenienze e con la quale girava il mondo. Tanti i momenti iconici nella sua carriera, e non solo vittorie. Memorabile il numero sui teloni a Kitzbühel, indimenticabile la Discesa valida per la Combinata affrontata a Bormio il 3 febbraio 2005, quando perse lo sci sinistro dopo soli 15 secondi di gara e completò il tracciato, con passaggi che mettono i brividi alle persone normali, su una gamba sola. Il tutto sorridendo e rubando la scena a chi poi si prese le medaglie iridate. Viva la “Miller-mania”.
Nel 2013 pianse la scomparsa del fratello minore Chelone (detto Chilly), deceduto nel sonno a soli 29 anni per una crisi epilettica. Era uno snowboarder promettente che puntava alle Olimpiadi del 2014. E proprio ai Giochi di Sochi Bode visse forti emozioni, soprattutto quando affrontò la folla di giornalisti dopo il bronzo conquistato in superG. "Oggi gli avevo chiesto di aiutarmi e così è stato, i centesimi sono stati dalla mia parte. Potete chiamarla fortuna, ma io credo che sia qualcos'altro. Se questa medaglia mi ripaga di tutte le sofferenze? Assolutamente no, avrei preferito riavere indietro mio fratello."
Nel 2018 vive un'altra tragedia perdendo sua figlia di 19 mesi, annegata in piscina.
Nonostante le disgrazie oggi continua a vivere la sua vita appieno, in modo diverso rispetto al passato, si gode con i suoi sette fantastici figli e la sua bellissima moglie la mentalità diversa del Montana, tra vita da ranch, cowboy, piccole comunità e natura sconfinata, un ritorno alle origini.
Bode è stato il nostro simbolo dell'essere spirito libero, una leggenda vivente sempre al limite, inventando traiettorie in gara alle quali gli altri non avevano mai pensato possibili, e soprattutto ci ha insegnato che quando fai qualcosa, qualsiasi cosa sia, falla "a mille", divertendoti e facendo divertire.
Grazie Bode.